Lezione 6

Volatilità negli indici: cosa bisogna conoscere

Adesso parliamo del concetto di volatilità, che è un elemento importante da considerare prima di valutare una possibile trade, soprattutto quando facciamo riferimento al mercato degli indici. Infatti gli indici possono avere dei sottostanti molto diversi che per loro natura hanno anche delle volatilità differenti. Abbiamo già parlato degli indici azionari e qui possiamo dividere per esempio tra indici azionari di paesi sviluppati o indici di paesi emergenti, che possiedono delle volatilità molto eterogenee tra loro. Ma anche gli stessi indici obbligazionari, per esempio, sono sicuramente molto meno volatili rispetto agli indici azionari.

Definizione di volatilità

Quindi la volatilità va presa e va considerata in maniera molto approfondita e nel dettaglio perché rappresenta comunque uno degli elementi chiave del trading per quanto riguarda gli indici. Diamo quindi una definizione di volatilità per comprenderla meglio e possiamo dire che è una misura della variazione percentuale del prezzo di un asset nel corso del tempo e identifica lo scostamento dei rendimenti rispetto al valore medio.

Come misurare la volatilità

La volatilità, inoltre, può essere misurata in modi differenti. Adesso qui abbiamo riportato tre metodologie la più utilizzata, quindi quella che noi diciamo utilizzeremo maggiormente, perché poi tutte e tre sono utilizzate molto dai trader. Però quella che noi utilizzeremo di più perché fa parte delle tecniche di trading sia di tipo discrezionale che algoritmico, è l'everage trou range o ATR. Però possiamo dire che esiste la volatilità storica implicita, la deviazione standard, quindi la Standard Deviation.

Volatilità in una trade

Adesso mettiamo da parte per un momento i diversi indicatori per misurare la volatilità e parliamo del concetto di volatilità all'interno di una trade. La volatilità può essere un fattore positivo o un fattore negativo. Ovviamente l'alta volatilità quando supera certi livelli, per esempio dopo l'uscita di una notizia, può essere molto fuorviante e può esporre il trader a dei rischi notevoli e alla presa di alcuni stop loss. Quindi nuovo quando si parla di volatilità bisogna far riferimento a una volatilità elevata, molto elevata, a una volatilità media e una volatilità più limitata. Quando la volatilità è eccessiva può essere controproducente e portare a o perdite molto elevate o la presa di uno stop loss all'interno di una posizione che presenta appunto uno stop per la chiusura dell'operatività. Quindi la volatilità in questo caso è una volatilità tendenzialmente negativa. Quando invece parliamo di volatilità in senso più positivo è una volatilità media che permette sostanzialmente delle oscillazioni del mercato che possono fornire quelle opportunità che consentono alla trade di muoversi e di andare in una certa direzionalità e mantenendosi profittevole. Questo può essere sia dal punto di vista intraday che multiday.

Volatilità nell'intraday e nel multiday

Quando parliamo di volatilità intraday, nella giornata è fondamentale che ci sia un po di volatilità, infatti chi opera in intraday non riesce a trovare delle opportunità o delle occasioni. Quindi quando all'interno di una giornata di borsa non esiste volatilità o comunque c'è una volatilità estremamente bassa quindi la presenza di volatilità non eccessiva all'interno di una sessione di borsa e per un trader intraday può essere un elemento positivo. Lo stesso riguarda sempre una volatilità media tutti i trader di tipo multiday che lavorano su orizzonti temporali di breve e medio termine. Anche in questo caso la volatilità può essere considerata, ad esempio, un elemento positivo, in quanto il breakout, per esempio le breakout strategy o anche altre strategie che si fondano sulla rottura della compressione che esiste in un certo momento su un titolo, si basano proprio sul concetto di allungo e di accelerazione e quindi di volatilità del sottostante. Se non esistesse questa volatilità, questa leggera volatilità o comunque questa volatilità di base, non si potrebbe poi avere o generare una trade che potrebbe essere nella direzionalità voluta e quindi profittevole.

Esempi di volatilità su grafico: DAX e S&P500

Ma adesso vediamo anche qualche rappresentazione dal punto di vista grafico. Questi sono grafici statici, quindi a titolo esemplificativo abbiamo preso l'indice DAX e abbiamo riportato le due misure della volatilità: la volatilità storica e l'ATR. Abbiamo fatto un esempio nel quale mostriamo come durante la prima ondata pandemica del covid e quindi con la flessione dell'indice Dax di oltre 30 punti percentuali c'è stata proprio una volatilità implicita del mercato estremamente elevata. Se andiamo a vedere la volatilità storica si è toccato dei livelli che sono stati toccati soltanto nella crisi finanziaria del 2008/2009. Quindi vediamo proprio che la volatilità accompagna accompagna molto spesso quelli che sono andamenti e cambi di direzionalità repentini del mercato, cigni neri o ampie flessioni. Vediamo anche come si è comportata la volatilità dell'S&P500 e riproponiamo lo stesso discorso. Anche qui, come abbiamo visto con l'indice DAX, la volatilità è aumentata notevolmente andando sopra i livelli storici. Abbiamo avuto una volatilità così elevata soltanto nel 1988 e addirittura superiore a quella della crisi finanziaria del 2009. Se poi prendiamo l'ATR come misurazione della volatilità, vediamo che sostanzialmente a livello storico è stato il picco più elevato in assoluto dal 1986. Il fatto che abbiamo delle volatilità così elevate per due mercati estremamente differenti tra loro, nel senso che uno appartiene al Vecchio Continente, l'altro è l'indice di riferimento degli Stati Uniti dimostra, come abbiamo detto in precedenza, l'alta correlazione che ci sono tra diversi mercati, soprattutto tra i mercati principali e in particolare tra mercato americano e quello europeo, dove il mercato americano è quasi sempre market leader rispetto ai mercati del Vecchio continente.

Esempi di volatilità su grafico: Nasdaq Composite

Analizziamo anche adesso un altro indice americano, cioè il Nasdaq Composite e la volatilità collegata sempre misurata tramite ATR e la Volatility. Andiamo a vedere come si è comportata la volatilità durante tre casi particolari. La prima la bolla dei tecnologici dot com essendo il Nasdaq un titolo composto per la maggioranza di titoli tecnologici, possiamo andare a vedere come la bolla tecnologica dot com abbia influito sulla volatilità all'interno dell'indice. Il Nasdaq composite è composto da innumerevoli titoli, quindi bisognerebbe, se volessimo andare ancora un pochino più nello specifico, andare a prendere invece il Nasdaq 100 perché la componente dei titoli tecnologici è più elevata. Però vediamo lo stesso che anche in questo caso la volatilità si mostra molto elevata e dove abbiamo appunto un picco di inversione quindi sostanzialmente un cambio di tendenza nell'indice e possiamo notare anche un forte aumento della volatilità nella fase di salita e poi una diminuzione della volatilità nel momento in cui il mercato ha cominciato a scaricarsi.

Successivamente abbiamo avuto la crisi finanziaria del 2008/2009, quindi dopo la bolla dei tecnologici del 2000 abbiamo avuto la crisi finanziaria 2008/2009 e anche qui abbiamo avuto un elevato picco di volatilità. Poi notiamo nuovamente un altro picco, come abbiamo visto in precedenza, causato dal covid 19 e quindi dalla perdita dell'indice Nasdaq Composite, seguito poi da una volatilità implicita del mercato stesso. Anche in questo caso possiamo vedere che il valore della volatilità dell'indice è estremamente elevato ed è superiore a qualunque picco di volatilità pregressa.

Indice VIX

Quando parliamo di S&P500 non possiamo non menzionare l'indice VIX. L'indice VIX stima la volatilità implicita delle opzioni sull'indice e rappresenta le aspettative degli operatori del mercato sull'andamento di questo listino. L'indice VIX viene spesso definito anche l'indice della paura perché normalmente viene associato al panic selling, ovvero alle forti vendite che avvengono sul mercato quando succedono degli eventi, soprattutto cigni neri, ma anche quando ci sono delle forti crisi finanziarie ed economiche o eventi sanitari impattanti, come è successo con la prima ondata di covid 19. E a questo punto si hanno forti vendite sul mercato, flessioni importanti accompagnate normalmente da alta volatilità.

Volatilità positiva e negativa

Vorrei fare una precisazione che comunque la volatilità non è sempre associata e non è solo associata ai mercati negativi, ai cigni neri o agli eventi particolarmente impattanti come le crisi finanziarie, economiche o di covid 19 ma spesso si può associare anche a dei movimenti rialzisti. Quindi non confondiamo la volatilità solo con la volatilità negativa, ma la volatilità può essere anche un fattore positivo perché spesso molti trader utilizzano la volatilità per impostare la loro operatività. Quindi la volatilità considerata negativa è una volatilità come in questi casi, che è repentina, brusca e che può essere estremamente difficile da gestire se si è all'interno del mercato, quindi se si ha una trade aperta o se si hanno delle operazioni di trading multiday. Considerate però che la volatilità invece può essere favorevole e quindi ci può essere una volatilità positiva perché sposta il movimento dei prezzi e vi permette di fare delle trade, soprattutto quando si parla ad esempio di intraday, ma anche quando si parla di strategie di breakout e quando si hanno infatti delle forti accelerazioni e allunghi nella direzione della vostra trade. Quindi non consideriamo solo la volatilità come fattore negativo, ma anche come fattore positivo in certe circostanze, soprattutto quando si opera a livello intraday o multiday di breve periodo.