Investire sul petrolio è sempre stata una delle opzioni più interessanti per gli investitori di tutto il mondo nel corso della storia, trattandosi di una materia prima che si trova al centro delle dinamiche produttive di molte industrie globali. Nonostante la ricerca stia spingendo verso metodi più sostenibili e meno inquinanti, si può affermare che ancora nel 2023 l’economia globale dipenda dal greggio. Il greggio, ovvero il petrolio grezzo, è una delle commodity più scambiate al mondo sia in qualità di sottostante che come bene diretto. Ciò significa che, investendo nel momento giusto, può regalare ampie opportunità di guadagno ed essere uno tra i migliori investimenti.
Nel 2020 la domanda di petrolio è colata a picco a causa del fermo imposto alle aziende dalla situazione pandemica globale. Il Covid ha precipitato ulteriormente un prezzo del petrolio che era in lenta discesa per via delle questioni legate al suo impatto ambientale.
Nel 2021 post-pandemico, se così può essere definito, il boom delle commodities ha provocato una repentina risalita dei prezzi al barile, i quali hanno superato anche i valori pre-Covid 19. Ulteriori volatilità sul prezzo dell’oro nero si stanno verificando anche in risposta alle tensioni geopolitiche in Ucraina.
Come si può osservare da questa rapida analisi che copre solo gli ultimi anni, il petrolio è un bene caratterizzato da importanti fluttuazioni di prezzo e che pertanto richiede dimestichezza nella gestione del rischio.
Investire sul petrolio, i paesi coinvolti
Per investire nel petrolio occorre sapere quali sono i Paesi responsabili della gran parte dell’offerta dell’oro nero. Innanzitutto, i dati che osserviamo sono misurabili in barili, unità di misura per definizione dell’oro nero. Un barile equivale a 42 galloni americani o circa 159 litri e viene espresso in dollari USA.
L’OPEC, ovvero l’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, influisce in maniera determinante sui livelli di produzione e controlla attualmente il 79,4% delle riserve mondiali accertate di petrolio, oltre che il 35% di quelle di gas naturale. Nel corso degli ultimi anni i Paesi del cartello hanno effettuato significativi ampliamenti alle loro riserve attraverso nuove scoperte a gas o a olio nei territori di riferimento.
Si stima che le riserve attuali dell’OPEC ammontino a 1,189 miliardi di barili. Esiste una App scaricabile dal sito dell’OPEC che permette di monitorare con precisione tutte le informazioni concernenti le riserve crude oil attualmente a disposizione dell’Organizzazione.
Appartenenti all’OPEC troviamo 13 Paesi che si sono associati per formare un cartello economico: Algeria, Angola, Arabia Saudita, Guinea Equatoriale, Emirati Arabi Uniti, Gabon, Iran, Iraq, Kuwait, Libia, Nigeria, Repubblica del Congo e Venezuela.
FONTE: BP – OIL Statistical Review 2020
Esclusi da questo cartello vi sono Russia (la quale però collabora in qualità di Stato non membro) e Stati Uniti, Paesi dotati di estensivi giacimenti che possono indurre forte volatilità sul mercato del petrolio.
Qualche dato: nel 2018 gli Stati Uniti, tramite Energy Department, hanno dichiarato una produzione di 11,3 milioni di barili al giorno, salita poi nel 2021 a 11,8 milioni di barili al giorno. Per quanto riguarda la Russia, S&P Global Ratings stima che la produzione del 2021 abbia raggiunto una media di 10,5 miliardi di barili al giorno.
Brent e WTI: punti di riferimento per investire nel petrolio
Prima di investire nel crude oil è importante comprendere la differenza tra WTI e Brent.
Il petrolio WTI (West Texas Intermediate) è quello che viene estratto in Texas e Oklahoma, negli Stati Uniti. La qualità di questo petrolio è superiore rispetto a quello del Brent, essendo in natura più “dolce e leggero” e di conseguenza facile da raffinare. Il WTI è il barile di riferimento negli Stati Uniti e ha generalmente un prezzo più alto anche per via dei costi di trasporto più elevati rispetto a quello del Brent. Costituisce il benchmark per i contratti scambiati al NYMEX.
Il petrolio Brent (o brent crude) è una miscela di quindici differenti tipi di petrolio grezzo (tra cui Brent, Forties, Oseberg ed Ekofisk) estratti nel Mare del Nord, tra la Norvegia e il Regno Unito. Si presta particolarmente alla produzione di benzina, cherosene e diesel e ha un prezzo piuttosto elevato. Il Brent scandisce il prezzo del greggio nei mercati europei e mediorientali.
Le correlazioni tra Brent e WTI sono molte. Tuttavia, la situazione politica dei Paesi produttori ha un impatto significativo sulla produzione e sul prezzo di questa materia prima. Ciò significa che un brusco cambiamento politico o economico nel Nord America colpirebbe soprattutto il WTI.
Perché investire nel petrolio?
Una delle domande principali che tutti gli investitori si pongono, prima di scegliere un investimento, è quali benefici l’operazione può restituire. Questo è sicuramente uno dei quesiti principali che gli utenti si chiedono durante il processo di scelta dei temi che compongono il proprio portafoglio.
Quindi è doveroso domandarsi: perché il petrolio è così importante? Quali prospettive di crescita posso aspettarmi e quali ritorni economici?
Vantaggi e svantaggi di investire sul petrolio
Parlando dei Pro e Contro del petrolio possiamo comprendere al meglio le potenzialità e i difetti di questo asset. Tra i vantaggi che offre ai potenziali investitori si possono elencare:
Il petrolio è attualmente il motore dell’industria globale, la quale dipende quasi totalmente dalla sua estrazione.
L’OPEC agisce direttamente sui livelli di produzione del petrolio con l’obiettivo di sbilanciare il rapporto domanda-offerta e mantenere sopra un certo livello i prezzi.
Il petrolio è un asset interessante sia sul breve che sul lungo termine, adatto a investitori giornalieri e cassettisti.
Tra gli svantaggi che è necessario conoscere:
Il petrolio è un materiale scarso e altamente inquinante che, in un futuro non meglio precisabile, verrà sostituito da alternative ecologicamente più sostenibili.
Le compagnie petrolifere sono direttamente responsabili di eventuali incidenti o disastri ambientali provocati da fuoriuscite di materiale.
Il petrolio è un asset soggetto a brusche correzioni di prezzo (volatilità) e si adatta agli investitori con lunga esperienza nella gestione del rischio.
Market Mover del petrolio
Quando parliamo di un investimento e di un settore in particolare non possiamo dimenticare di evidenziare anche i market mover, ovvero i fattori che movimentano il mercato in oggetto. In questo caso tra gli aspetti dominanti bisogna prestare attenzione a:
La scoperta di nuovi giacimenti e l’aumento della produzione può abbassare il prezzo del petrolio al barile.
Eventuali conflitti o tensioni sociopolitiche nei Paesi produttori.
L’evoluzione delle tecnologie orientate a una produzione energetica sostenibile e a basse emissioni influenza il futuro del prezzo del petrolio.
Il prezzo del petrolio è mosso dalla domanda, nella fattispecie dalla domanda dei paesi asiatici nei settori industriali, i quali sono i maggiori consumatori.
L’asset è sensibile alle decisioni prese dall’OPEC+.
Adesso che conoscete i principali pro e contro e gli elementi che potrebbero influenzare l’andamento dei prezzi passiamo a valutare alcuni broker sul mercato e gli strumenti con i quali prendere una posizione.
Come i rischi geopolitici possono influenzare il settore
Il settore non è estraneo ai rischi geopolitici. Negli ultimi anni, alcuni Paesi sono stati fonte di grande instabilità per le compagnie. Questi Paesi sono spesso situati in regioni instabili e, di conseguenza, le compagnie petrolifere che operano in questi Paesi, possono essere a rischio. I rischi geopolitici possono anche influenzare il prezzo del petrolio, come avvenuto nel caso della guerra in Ukraina. Ad esempio, quando le tensioni tra due Paesi aumentano, il prezzo del petrolio spesso sale a causa dei timori di interruzioni dell'approvvigionamento. I rischi geopolitici possono quindi avere un impatto significativo sulla redditività delle società coinvolte.
Come investire nel petrolio
Esistono molti strumenti per investire nel petrolio capaci di soddisfare le esigenze di investitori in termini di conoscenza del mercato, grado di rischio, capitale a disposizione e orizzonte temporale previsto.
Il metodo tradizionale è quello che riguarda le azioni di aziende petrolifere, con l’idea di ottenere benefici dall’esposizione su aziende specifiche che hanno come core business l’estrazione o la raffinazione del petrolio, imprese che lo trasportano o che lo trasformano. Per investire in azioni occorre non solo conoscere il mercato, ma anche l’andamento individuale dell’azienda e la salute dei suoi conti.
In alternativa, gli investitori con capitali ridotti possono optare per alcuni strumenti derivati, come i CFD. Essi permettono di prendere posizione sull’andamento del sottostante, sia esso un’azione petrolifera, una materia prima o un indice di borsa.
Un altro modo per prendere posizione nel petrolifero sono gli ETC, ovvero Exchange Traded Commodities, strumenti finanziari emessi a fronte dell’investimento diretto dell’emittente sul petrolio, singolarmente o in combinazione con altre materie prime. Gli ETF, ovvero gli Exchange Traded Funds, replicano il valore della materia prima in un rapporto quasi 1 a 1, su cui si possono applicare eventuali leve o possono fare riferimento a un paniere di aziende che lavorano nel settore petrolifero.
Le azioni e gli ETF sotto la lente
Le azioni da seguire:
Royal Dutch Shell
Petrochina
Aramco
Petrobras
Eni
Gazprom
British Petroleum
Exxon Mobil
Gli ETF da monitorare:
Lyxor STOXX Europe 600 Oil & Gas UCITS ETF - Acc
iShares STOXX Europe 600 Oil & Gas UCITS ETF (DE)
STOXX Europe 600 Oil & Gas (SXEP)
Dove investire nel petrolio
Prima di poter negoziare online, è necessario trovare un intermediario che eseguirà le operazioni necessarie agli investimenti. Prima di trovare il broker, è bene farsi domande su:
Il capitale operativo di investimento
Con quale frequenza si prevede di effettuare operazioni di trading
Il vostro livello di esperienza di trading
Sicurezza ed affidabilità
A questo punto abbiamo pensato di selezionare una lista con alcuni broker sul mercato.
Qui sotto, si trovano alcune delle migliori piattaforme di trading, regolamentate, sicure e legali, selezionate tra le più conosciute e maggiormente apprezzate.
-
Deposito Min: 100
Licenza: Cysec 388/20
Il 75.8% dei conti degli investitori al dettaglio perdono denaro quando scambiano CFD con questo fornitore
-
Deposito Min: 0
Licenza: Regolamentazione knf
5800+ Strumenti disponibili
78% di conti di investitori al dettaglio perdono denaro a causa delle negoziazioni in CFD con questo fornitore
-
La banca più votata su trustpilot
Tra le banche più solide in Europa
-
Deposito Min: 50
Licenza: Cysec 109/10
Il 76% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando si scambiano CFD con questo fornitore. Dovreste considerare se capite come funzionano i CFD e se potete permettervi di correre l'alto rischio di perdere il vostro denaro.
-
Deposito Min: 20 (con carta)
Licenza: Cysec 319/17
Il 75% dei conti degli investitori al dettaglio perde denaro quando si scambiano CFD con questo fornitore. Dovreste considerare se capite come funzionano i CFD e se potete permettervi di correre l'alto rischio di perdere il vostro denaro.
Se vuoi approfondire il tema dell’oro nero, delle relative azioni ed Etf presenti sul mercato leggi anche i nostri articoli sui Migliori titoli petroliferi e i Migliori ETF sul petrolio.
Conclusioni
La questione se valga la pena investire nel settore è complessa. Da un lato, c'è uno spostamento globale verso le energie rinnovabili, che potrebbe portare a una riduzione della domanda di petrolio in futuro. Dall'altro lato, le società petrolifere sono ancora redditizie e ci sono rischi geopolitici che potrebbero portare a un aumento dei prezzi dell'oro nero.
Gli investitori devono valutare attentamente questi fattori prima di decidere se investire o meno. Il passaggio globale alle energie rinnovabili avrà probabilmente un impatto a lungo termine sulla domanda di petrolio. Tuttavia, nel breve termine, è probabile che le società petrolifere restino interessanti. Anche i rischi geopolitici, come le tensioni in Ucraina, potrebbero portare a un aumento dei prezzi, rendendo le società petrolifere un investimento più interessante.
In definitiva, la scelta di investire o meno nelle compagnie petrolifere è una decisione che deve essere presa valutando con attenzione il contesto. Gli investitori devono considerare attentamente i fattori sopra menzionati prima di prendere una decisione.