Lezione 5
Come si pagano le tasse sugli ETF?
Abbiamo detto che i guadagni vengono distribuiti oppure accumulati. Per quanto riguarda tutti quegli strumenti a distribuzione, quindi, gli Etf a distribuzione che staccano dividendi o cedole, verranno applicate due tipologie di tassazione differenti a seconda del tipo di strumento:
se abbiamo un Etf che investe in titoli di Stato e quindi distribuirà delle cedole derivanti da tali strumenti, avremo una tassazione che è pari al 12,5%
per tutti quegli strumenti ed ETF che vanno invece a distribuire dividendi, derivanti per esempio da stacchi dovuti ad azioni, andremo ad applicare la tassazione del 26%.
Gli Etf ad accumulo, invece, sono tutti quegli Etf che vanno ad accumulare i proventi e quindi non presentano la richiesta di imposta o tassazione per i dividendi o le cedole reinvestite. Quindi, da questo punto di vista avremo un maggior beneficio per quanto riguarda lo strumento derivante da quello che è l'effetto compounding, quindi dall'accumulo dei dividendi e praticamente dai reinvestimento degli interessi, quindi avremo degli interessi composti.
ETF non armonizzati
Per adesso abbiamo parlato di Etf armonizzati. Adesso entriamo invece nel discorso degli Etf non armonizzati, quindi quelli che non seguono la normativa europea. In questo caso le aliquote saranno le stesse degli Etf visti in precedenza.
La differenza invece sostanziale è quella del regime. Infatti gli Etf non armonizzati seguono un principio differente, ovvero quello del regime dichiarativo e le plusvalenze da ETF che rappresentano redditi ordinari sono assoggettati alla tassazione Irpef. Qui adesso facciamo un attimo chiarezza sul discorso dei regimi.
Regime dichiarativo
Il regime dichiarativo è il regime nel quale gli investitori percepiscono il rendimento al lordo delle imposte, che dovranno poi successivamente dichiarare in sede di elaborazione dei redditi. Questa situazione è presente normalmente con i broker esteri. Quindi non sarà il broker che si erge a sostituto d'imposta e quindi pagherà le imposte per conto del trader. Sarà il trader stesso, quindi l'operatore, che dovrà andare a farsi fare le contabili di tutte le operazioni che sono state svolte durante un determinato arco temporale e poi presentarlo nella dichiarazione dei redditi per poi pagare successivamente le imposte. Quindi il regime dichiarativo funziona in questo modo.
Regime amministrativo
Il regime amministrato, che invece è quella tipologia di regime che normalmente viene applicato dalle banche tradizionali che noi utilizziamo normalmente e dai broker italiani, prevede che l'intermediario diventi sostituto d'imposta, vada a calcolare i guadagni e le perdite di ogni singola trade e successivamente calcoli le plus e le minusvalenze. Nel caso di plusvalenze e quindi di gain, andrà a fare poi una compensazione eventualmente con delle minusvalenze pregresse. Nel caso invece di minus andrà ad accantonare insieme a quelle che avete già. La situazione più comune che presentano le banche tradizionale e quella del regime amministrato e quindi è quella che normalmente troverete più facilmente quando andate a vedere la situazione fiscale dei vari broker italiani. Quindi fate sempre molta attenzione a quelli che sono i regimi che applica il broker o la banca tradizionale.
Imposta di bollo
Infine notiamo che gli ETF sono inoltre soggetti a imposta di bollo che è pari allo 0,20% annuo, che è da considerare tra i vari costi applicabili a questi strumenti e quindi alla vostra operatività.
Adesso che abbiamo visto la fiscalità degli ETF possiamo passare a quella degli ETC e degli ETN che non essendo i ECR, quindi fondi comuni di investimento, sono equiparabili alle azioni per quanto riguarda regime fiscale, quindi le plusvalenze e le minusvalenze degli ETC e degli ETN sono compensabili con quelli di altri tipologie di strumenti similari in quanto redditi diversi, quindi sono compensabili con azioni, obbligazioni, certificati, derivati e queste compensazione sono valide per i quattro anni successivi.