Lo yuan scende sotto i livelli chiave dopo che si è già verificato un allentamento monetario nel paese. Anche le altre valute asiatiche scendono in vista dell'incontro della Federal Reserve, che avverrà in settimana.
Il calo dello yuan al momento si attesta allo 0,4%, che rappresenta un minimo di oltre due anni di 7,0080 contro il dollaro, rimanendo però sopra il livello importante di 7, per il secondo giorno di seguito.
La PBoC (People's Bank of China), taglia il tasso repo e aumenta le iniezioni di liquidità con la speranza che in questo modo si possa stimolare la crescita, che ancora risulta intaccata dagli effetti a lungo termine avuti dal lockdown. La banca centrale quindi si trova in un impegno costante per riottenere l'equilibrio fra il sostegno alla crescita economica e contenimenti di ulteriori perdite dello yuan. Difatti la Banca Centrale è fortemente motivata, anche a costo di forti correzioni, a non lasciare che lo yuan possa scendere ancora.
Altre valute asiatiche, come il won sudcoreano è sceso dello 0,4%, lo yen giapponese dello 0,2% e il ringgit malese dello 0,3%.
Per quanto riguarda invece la regione Asia-Pacifico, il dollaro neozelandese scende dello 0,5%, risultato ai minimi di due anni. Adrian Orr, governatore della Reserve Bank, ha detto che la banca vorrebbe includere i rischi legati al cambiamento climatico nella gestione della politica monetaria.
Per la Cina la situazione potrebbe migliorare nel giro di qualche mese, considerando che oramai è stato revocato il lockdown per Covid anche nella megalopoli di Chengdu. Comunque la strada è in salita e c'è bisogno di grandi sforzi per tornare ai livelli massimi durante la situazione pre-covid.
La Fed alza i tassi di interesse
Nella giornata di mercoledì, la Fed molto probabilmente alzerà i tassi di interesse di 75 punti base. In fase di valutazione c'è anche il rialzo di 100 punti base, questo analizzando i dati sull'inflazione degli USA, che sono stati più alti del previsto nella scorsa settimana.