La Cina potrebbe modificare il forte aumento delle quote di esportazione di carburante raffinato proposto per quest'anno, estendendo il piano all'anno prossimo, questo dopo aver soppesato i benefici per l'economia derivanti da un aumento delle esportazioni.
Il mercato si aspettava ampiamente che la Cina rilasciasse un quinto lotto di quote di esportazione di carburante fino a 15 milioni di tonnellate per il resto dell'anno, che sarebbe stato il più grande finora nel 2022 e avrebbe risollevato le esportazioni cinesi in calo.
La proposta dei dipartimenti di pianificazione delle raffinerie, a seguito di un invito del governo a incrementare il commercio, ha indotto alcune raffinerie a preparare un aumento della produzione per sfruttare la quota. Tuttavia, alcune fonti che hanno deciso di rimanere in anonimo, hanno affermato che Pechino potrebbe estendere la durata del volume proposto di 15 milioni di tonnellate al prossimo anno per attutire l'impatto sui mercati globali ed evitare un crollo dei prezzi.
Secondo le fonti, la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, il potente organo di pianificazione economica della Cina, ha organizzato un incontro con i principali raffinatori di petrolio del Paese mercoledì scorso. Non è stato immediatamente chiaro se la riunione abbia raggiunto una decisione.
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Esportazioni frenate dal periodo di pandemia
Le quattro fonti hanno riferito che l'incontro ha esaminato le attività commerciali delle compagnie petrolifere e le loro capacità produttive di quest'anno e ha anche discusso le prospettive del mercato petrolifero globale per il 2023.
"Il governo ritiene che le raffinerie nazionali abbiano operato a bassi livelli quest'anno a causa della debolezza della domanda interna e dell'impatto negativo dei controlli COVID", ha dichiarato una delle fonti.
"L'aumento delle quote potrebbe contribuire a incrementare le esportazioni complessive e ad aiutare le raffinerie ad aumentare la produzione", ha aggiunto.